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IL MONDO DI ANDY AL VITTORIANO

Avrebbe compiuto 90 anni quest’anno, il padre della POP ART di origine polacca Andrew Warhola. Sebbene non sia stato molto amato dalla critica nei primi anni della sua carriera artistica è oggi  il più influente artista del XX secolo.

Il Vittoriano ne celebra fino all’8 febbraio l’incredibile percorso artistico esponendo 170 opere divise in diverse catergorie. La prima è dedicata alle celebri icone: Elvis, Marilyn, Coca-Cola. Andy ha spesso ribadito che i prodotti di massa rappresentano la democrazia sociale e come tali devono essere riconosciuti: anche il più povero può bere la stessa Coca-Cola che beve Jimmy Carter o Elizabeth Taylor. 

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La seconda sezione è la musica dove si fanno notare le copertine da lui create dei dischi dei Rolling Stone Love You Live (1977) e Sticky Finger. Celebre è diventata la banana del disco dei Velvet.

La mostra prosegue poi con le celebrities. Qui è evidente il legame che Andy Warhol aveva con le celebrità di quegli anni.  Quando frequenta lo Studio 54 o il Max’s Kansas City insieme a Liza Minnelli, Debbie Harry, Paloma Picasso, Truman Capote.  Da quel momento il suo studio, la Silver Factory, diviene il punto di riferimento della Pop Art newyorkese e dove passano Bob Dylan, Truman Capote, John Lennon, Mick Jagger, Jack Kerouac, Salvador Dalì, Tennessee Williams, Rudolf Nureyev, Montgomery Clift… Nel 1969 fonda Interview, un magazine interamente dedicato alle celebrità, forse l’unica vera, grande fissazione di Warhol. Dipinge incessantemente nella metà degli anni ’70, usando come base le polaroid scattate dai tanti personaggi che continuano a popolare la Factory: Liz Taylor, Sylvester Stallone, John Wayne, Liza Minnelli, Valentino, Armani, Caroline di Monaco e Michael Jackson.

La mostra si conclude con le prime sperimentazioni digitali di Andy. Un passo nel futuro se visto dal punto di vista dell’icona della pop art che negli anni 80 raggiunse un successo globale e la cui celebrità ha pienamente superato i 15 minuti.

Tutte le info qui  Foto e video della mostra su Instagram&Facebook.

Nunzia Castravelli