Month: febbraio 2023

ASPETTANDO GODOT AL TEATRO VASCELLO

Se avessi saputo chi è Godot l’avrei scritto nel copione”

Rispose così Beckett a chi gli chiese chi fosse Godot. Protagonista mai visto di uno dei testi più rappresentativi del teatro dell’assurdo. Una tragicommedia costruita intorno alla condizione dell’attesa che ha spinto i critici di tutto il mondo a non fermarsi a questa sola interpretazione ma a cercare in Godot un simbolismo che addirittura ha scomodato Dio. Altre interpretazioni lo vedono come personificazione del destino, della morte o della fortuna.

Ma facciamo un passo indietro, alla trama: nel primo atto due uomini probabilmente vagabondi, Estragone e Vladimiro, sono in attesa di un certo Godot che ha dato loro un appuntamento. Il luogo e l’orario dell’appuntamento sono vaghi. Mentre attendono passa sulla stessa strada Pozzo, un proprietario terriero, e il suo servitore, Lucky, tenuto al guinzaglio dal primo.

Pozzo si ferma a parlare con Vladimiro ed Estragone finchè Lucky inizia un delirante monologo erudito culminante in una rovinosa zuffa tra i personaggi. Nel frattempo Godot ancora non si è fatto vivo. Arriva però un giovane messaggero di Godot, il quale annuncia che il signor Godot si scusa, ma che non può venire. Arriverà però sicuramente il giorno dopo. Il primo atto finisce con la considerazione di Vladimiro ed Estregone di suicidarsi, ma alla fine rinunciano. Poi pensano di andarsene, ma restano. Nel secondo atto accadono esattamente le stesse cose del primo atto: l’attesa dei due, il passaggio di Pozzo e Lucky, l’arrivo del messaggero che informa Vladimiro ed Estragone che Godot non sarebbe arrivato. I due rifanno quindi le stesse considerazioni sulla morte e sull’idea di mollare tutto. Come scrisse Vivian Mercier in un articolo apparso sull’Irish Times nel 1956 “Aspettando Godot è una commedia in cui non accade nulla, per due volte

In realtà, la grandiosità di Godot sta proprio nella sua astrattezza, o meglio nella sua totale apertura alle interpretazioni e lo spettacolo in scena al Teatro Vascello per la regia di Theodoros Terzopoulos ha ben reso questa apertura avvalendosi di straordinari attori come Enzo Vetrano, Stefano Randisi, Paolo Musio, i promettenti giovani Giulio Germano Cervi, Rocco Ancarola.

Grazie a loro, l’attesa dei personaggi che interpretano diventa attesa dello spettatore stesso, che impaziente soffre con loro, si interroga con loro, diventando parte di quel paesaggio dai contorni del nulla, di quella zona grigia del palco dove i valori umani vengono annientati. In un luogo non luogo, in un tempo non tempo, dove Godot non si rivela mai, così come il significato di ciò che si vuole dire non è mai chiaro, seppur esplicitato con le parole. Parole apparentemente prive di senso, come l’attesa di qualcuno che non arriverà.

Da vedere.

Nunzia Castravelli