Month: dicembre 2018

QUESTI FANTASMI!

“Teatro significa vivere sul serio quello che gli altri nella vita recitano male”

scriveva così  Eduardo De Filippo, uno dei più grandi artisti ed intellettuali del Novecento, ed autore di numerose opere teatrali da lui stesso messe in scena ed interpretate. Come Questi Fantasmi! Una commedia in tre atti, scritta nel 1945, da cui è stato tratto il film omonimo con Vittorio Gassman e Sophia Loren. Un evergreen teatrale dove tragico e comico si fondano in perfetto equilibrio facendoci rivivere momenti di grande divertimento alternati a momenti di profonda riflessione sulla drammaticità della condizione umana. Come quella del protagonista Pasquale Lojacono che si illude di essere aiutato economicamente da un fantasma che in realtà è l’amante della moglie.

Al Teatro Argentina fino al 6 gennaio sarà possibile, grazie a La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo, rivivere questa meravigliosa opera edoardiana.  Pasquale Lojacono, interpretato da un bravissimo Gianfelice Imparato, si trasferisce con la giovane moglie Maria in un appartamento all’ultimo piano di un palazzo seicentesco. Maria non sa che il marito ha ottenuto il fitto gratuito per cinque anni di quell’enorme casa (18 camere e 68 balconi) in cambio del compito di sfatare la leggenda sulla presenza di spiriti nella casa.
Pasquale seguendo le istruzioni del portiere, per dimostrare che non ci sono fantasmi dovrà mostrarsi ogni giorno, due volte al giorno, fuori tutti i 68 balconi, mostrando serenità e allegria.  Ascoltando però i racconti del portiere, della sorella di quest’ultimo e del “dirimpettaio” di casa, tal Professor Santanna, il nostro protagonista incomincia a credere all’esistenza degli spiriti…

La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo, oggi diretta da Carolina Rosi, ha sicuramente ridato al pubblico uno spettacolo vivo, fedele al testo e alla tradizione edoardiana che esprime una certa napoletanità comica e tragica al tempo stesso, contando su un cast di altissimo livello: Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo, Paola Fulciniti, Giovanni Allocca, Gianni Cannavacciuolo, Viola Forestiero, Federica Altamura, Andrea Cioffi oltre ai già citati Gianfelice Imparato e Carolina Rosi.

Info qui:

http://www.teatrodiroma.net/doc/5956/questi-fantasmi

 

Nunzia Castravelli

SALOME amore e morte

La Salomè di Oscar Wilde è un testo unico nel suo genere, caratterizzato da diversi registri linguistici: dal drammatico, all’ironico, l’erotico, il grottesco in una miscela  molto ambigua e di difficile rappresentazione proprio per la sua originalità. Scritta in francese durante il soggiorno parigino dell’autore, nel 1893 ne fu pubblicata l’edizione originale dedicata a Pierre Louys, il poeta che curò il testo insieme ad altri amici francesi.

Nonostante sia destinata alla lettura più che alla rappresentazione, l’intensa opera di Oscar Wilde è portata magistralmente in scena al Teatro Eliseo fino al 23 dicembre,  dal regista Luca De Fusco. Interpreti dello spettacolo sono un impeccabile Eros Pagni nel ruolo di Erode, Gaia Aprea in quello di una lunare Salomè, Anita Bartolucci nei panni della gelosa Erodiade, Giacinto Palmarini in quelli di Iokanaan.

La storia la conosciamo tutti: nel palazzo di Erode Antipa, tetrarca di Giudea, si svolge un banchetto che vede ospiti giudei, romani ed egiziani. Erode vive insieme alla sua sposa Erodiade – ex moglie del fratello Filippo. Nella terrazza che dà sulla sala del banchetto, alcuni soldati discutono della bellezza della regina Salomè. Al centro del salone dove si sta svolgendo il banchetto, vi è un’antica cisterna cinta da una vera di bronzo verde, all’interno della quale è rinchiuso il profeta Iokanaan. Erode è preoccupato del comportamento di quest’ultimo, il quale urla, dal fondo della sua prigione, le proprie profezie sull’avvento del Messia, condannando duramente i comportamenti dei monarchi di Giudea. Allontanatasi dal banchetto a causa dei continui sguardi di Erode, Salomè, incuriosita dalla figura del profeta, chiede alle guardie di liberarlo per potergli parlare. Salomè resta inebriata dall’aspetto e dalla voce del profeta e, spinta da un irrefrenabile desiderio sessuale, gli rivela la sua voglia di baciarlo. A queste parole il profeta risponde con un secco diniego mentre il siriaco, follemente innamorato di Salomè, si uccide. Quando giunge sulla terrazza, Erode dichiara tutto il suo amore a Salomè, che rifiuta sdegnata. Nel frattempo, Iokanaan urla le sue condanne nei confronti degli atteggiamenti libertini di Erodiade, che rimane sdegnata dalla mancata difesa da parte del marito, preso dalla bellezza della regina, alla quale chiede di danzare in cambio dell’esaudimento di ogni suo desiderio. Così Salomè inizia ad eseguire “la danza dei sette veli”, posando i piedi nudi nel sangue del povero siriaco.

Finita la danza, Salomè esprime il proprio desiderio:  la testa di Iokanaan…

http://www.teatroeliseo.com/eventi/salome/

 

Nunzia Castravelli